Il Congresso annuale dell’American Urological Association, che si è svolto a Boston dal 12 al 16 Maggio, è stato davvero ricco di novità per le pazienti affette da Cistite Interstiziale. Ne riepiloghiamo di seguito le più importanti.
1) Uno studio dell’Università di Jikei, in Giappone, ha misurato i markers urinari nelle urine in pazienti sia con lesioni di Hunner che senza dopo averli rispettivamente sottoposti a diatermocoagulazione ed idrodistensione per il trattamento della Cistite Interstiziale ed ha dimostrato che l’aumento di proteine associate all’angiogenesi (VEGF e CXCL10) così come di citokine di tipo infiammatorio possono essere importanti nello sviluppo di questa patologia. Inoltre l’aumento nelle urine dei recettori antagonisti IL-1Ra inducono che la folgorazione delle ulcere tramite DTC e l’idrodistensione vescicale possono contribuire ad alleviare i sintomi della Cistite Interstiziale.
2) Un gruppo di Cleveland nell’Ohio, ha effettuato delle misurazioni neurometriche della percezione e della soglia del dolore in pazienti con Cistite Interstiziale prima e dopo il trattamento con Cyclosporine A, notando un abbassamento della soglia di tolleranza del dolore dovuta in pazienti trattati con successo con CyA grazie al suo meccanismo immunosoppressivo.
3) Gli eventi stressanti subiti nell’infanzia posso essere una causa dello sviluppo della Cistite Interstiziale nell’adulto. Lo ha dimostrato il portoghese dr. F. Cruz ed il suo gruppo utilizzando un modello di privazione materna in un modello animale.
4) Uno studio dell’università di Kyungpook in Corea, ha messo a confronto 5 diversi modelli animali per stabilire il modello migliore di Cistite Interstiziale nei topi e ne ha creato uno simile al modello umano, per poter testare nuove terapie.
5) Un gruppo di Barcellona ha effettuato uno studio dimostrando una significativa riduzione del dolore in pazienti con Cistite Interstiziale e con lesioni di Hunner trattate con infiltrazioni di Triamcinolone.
6) E’ stato effettuato uno studio sull’uso terapeutico del Schistosoma emostatico, omologo dell’ interlukina-4 nella cistite emorragica e nella ipersensibilità vescicale provocate dalla chemioterapia. Il lavoro suggerisce che una proteina modulatoria derivata dall’urotelio (IPSE) ha un effetto terapeutico nel modello della malattia vescicale.
7) Un gruppo dell’ Oakland ha lavorato allo sviluppo di ICUS, un test basato sugli score dei fattori di rischio per lo sviluppo della Cistite Interstiziale ulcerativa. L’ICUS score, indicativo della eziologia del difetto di permeabilità, quantifica il fattore di rischio in un sottogruppo di pazienti con questa patologia.
8) Interessante lo studio effettuato da un gruppo di scienziati di New York, sulla Polineuropatia periferica (SFPN) in pazienti con Dolore Pelvico Cronico resistente alle terapie, nel quale viene evidenziato che la prevalenza di SFPN in tali pazienti è notevolmente più alta rispetto ai dati finora pubblicati. Fare la diagnosi di SFPN può comportare trattamenti non solitamente offerti ai pazienti affetti da dolore pelvico cronico così come la IVIG (immunoglobulina endovenosa) o altre terapie immunomodulanti. Dovrebbe essere una priorità identificare la SFPN in queste persone.
9) Un gruppo di ricercatori di Pittsburgh e di Nagoya, in Giappone, ha voluto studiare se le microglia del midollo spinale sono coinvolte nella interferenza neurale colon –vescica dimostrando che probabilmente gioca un importante ruolo nella colite indotta dalla vescica iperattiva e nella ipersensitività del dolore vescicale.
10) I risultati di uno studio sulle alterazioni delle micosi urinarie in pazienti con dolore vescicale ed urgenza urinaria suggeriscono la possibilità che determinati modelli microbiomici possano essere associati a sintomi specifici ed assumono una importante implicazione per studi futuri sul microbioma urinario (MAPP Research Network – Washington).
11) Un gruppo di ricerca di Nashville ha concentrato il proprio studio sulla sensibilizzazione spinale in riferimento alla presenza di vescica iperattiva in concomitanza con Cistite Interstiziale e/o Bladder Pain Sindrome, suggerendo che tale sensibilizzazione gioca un ruolo in entrambe le patologie
12) Uno studio di ricerca all’interno del progetto MAPP tra le università di Los Angeles, Seattle, Philadelfia, St. Louis, Iowa City e Washington, partendo dal presupposto che il Dolore Pelvico cronico di tipo urologico sviluppa dolore in altre parti del corpo, ha voluto studiarne sistemicamente la localizzazione e la sua distribuzione attraverso una mappa corporea. 233 donne e 191 uomini sono stati arruolati per lo studio durato un anno. Il 25 % ha riportato dolore solo nell’area pelvica ed il 38% anche al di fuori di questa area. Il dolore diffuso in altre parti del corpo peggiora la qualità della vita e l’impatto psico-sociale ma non peggiora i sintomi urinari.
13) Un gruppo di Berlino ha studiato per 4 anni l’intolleranza all’istamina che sembra giocare un ruolo principale nell’infiammazione neurogenica. I trattamenti con specifici antistaminici sono inclusi nelle linee guida e gli alimenti con alta concentrazione di istamina aggravano i sintomi della Cistite Interstiziale. L’Istamina può aumentare la permeabilità intestinale causando una “sindrome dell’intestino perdente” ed una iniziale reazione immunitaria che può scatenare malattie autoimmunitarie, può aumentare il dolore pelvico e diminuire il microbiota protettivo in pazienti affetti da CI.
Inoltre è stato dimostrato che durante la gravidanza i sintomi migliorano a causa del livello 500 volte più alta di Diammina ossidasi, un enzima che elimina l’istamina.
14) Un’altro studio è incentrato sulla capacitá vescicale quale biomarker di una manifestazione vescico-centrica della Cistite Inerstiziale piuttosto che sistemica.
15) Un gruppo canadese ha analizzato e monitorato gli indicatori di pensieri suicidi in pazienti affetti da Cistite Interstiziale ed i fattori di rischio attraverso dei predittori bio-psicosociali che saranno utilizzati per migliorare gli screening e individuare potenziali trattamenti per l’alta prevalenza di pensieri suicidi in questa patologia.
16) Un gruppo dell’Ohio ha stato svolto uno studio per valutare la possibilità di migliorare l’utilità della fenotipizzazione clinica (UPOINT) nella CI/BPS. L’importante conclusione dello studio è che pazienti con almeno una sindrome potrebbero beneficiare di una terapia multimodale preventiva per le altre sindromi (es: riabilitazione del pavimento pelvico, trattamento delle ulcere con folgorazione) piuttosto che fare affidamento su un approccio graduale.
17) Uno studio inglese a Southampton ha messo a confronto le differenze tra i sottotipi di mastociti, la densità e la distribuzione tra un tessuto vescicale normale e uno con Cistite Interstiziale con una differenza della densità sensibilmente più alta rispetto al gruppo di controllo.
18) Interessante uno studio spagnolo sulla tossina botulinica che ha come obiettivo la standardizzazione della tecnica di applicazione del trattamento tramite iniezione trigonale ed uretrale di 200 UI, attualmente in 4° linea di trattamento. I risultati dello studio hanno dimostrato una significativa diminuzione della nicturia, un aumento del volume delle urine nel diario minzionale e nell’uroflussometria ed allievando totalmente il dolore nel 20% dei casi senza nessuna complicanza.
19) Uno studio Americano condotto dall’Università di Washington, partendo dall’ipotesi che i pazienti con Cistite Interstiziale con lesioni di Hunner rappresentano un fenotipo diverso da quelli senza lesioni di Hunner, ha comparato la caratterizzazione degli elementi urologici e non-urologici in questi sottogruppi di pazienti ed ha evidenziato che la cistoscopia è indispensabile per identificare tali pazienti in quanto altri metodi d’indagine non sono sufficienti.
20) Un gruppo canadese ha evidenziato una disconnessione tra la percezione di efficacia delle terapie per la Cistite Interstiziale riportata dai pazienti rispetto all’efficacia riportata dagli studi clinici. Le terapie ottimali dovrebbero includere le migliori evidenze (best evidence) per entrambi questi aspetti.
(Traduzione a cura della socia Anna De Santis che ringraziamo di cuore)
Come vedete la ricerca sulla Cistite Interstiziale e sul Dolore Pelvico prosegue intensamente. Noi continuiamo a monitorare i processi con attenzione per non perdere nessuno spunto interessante su cui poter lavorare per stimolare lo sviluppo di nuovi trattamenti o nuovi percorsi di ricerca.