Nell’ambito dell’Assemblea dei soci AICI, tenutasi il 10 giugno scorso, si è svolta una stimolante sessione scientifica dedicata alla comprensione e al trattamento della Cistite Interstiziale.
Durante l’evento, esperti di varie discipline hanno condiviso le loro conoscenze ed esperienze, offrendo una panoramica approfondita sulle diverse modalità di intervento che è possibile prendere in considerazione.
I relatori, tra cui il Prof. Mauro Cervigni, il Dott. Antonio Balsarin e il Dott. Mario Boccacci, hanno affrontato diversi aspetti, spaziando dalla terapia fisica all’approccio psicologico, dal coping alle strategie di gestione del dolore.
L’obiettivo principale è stato quello di fornire agli operatori sanitari e ai pazienti una prospettiva multidisciplinare sulla Cistite Interstiziale, considerando i diversi sintomi e il loro impatto sulla qualità della vita, e adattando altresì il trattamento alle esigenze individuali di ciascun paziente.
La necessità di strutture multidisciplinari specializzate
Vista la natura complessa e rara della Cistite Interstiziale, si è fatta sempre più evidente e urgente la necessità di avere nei territori strutture multidisciplinari specializzate nel trattamento della patologia.
A tal proposito, siamo stati orgogliosi di aver condiviso un’importante novità: l’apertura del nuovo Centro di Riferimento Cistite Interstiziale nel Lazio, all’interno dell’Unità Operativa di Urologia Universitaria (Dipartimento di Biotecnologie Medico-Chirurgiche – Sapienza Università di Roma Polo Pontino) e diretto dal Prof. Mauro Cervigni.
Durante l’Assemblea, il Prof. Antonio Carbone, urologo e Professore Ordinario dell’Università La Sapienza, ha infatti presentato il nuovo Centro che sarà inaugurato il 26 giugno 2023 presso l’Istituto “Marco Pasquali” (ICOT) di Latina.
La peculiarità e l’importanza di questo nuovo Centro stanno proprio nell’aver saputo accogliere questa prospettiva multidisciplinare: al suo interno saranno infatti presenti non solo urologi, ma anche altre figure importanti per trattare la patologia: come il gastroenterologo, il neurologo, il terapista del dolore e altri specialisti come l’anatomo patologo che riveste un ruolo cruciale nella fase diagnostica per la fenotipizzazione della malattia.
Sarà quindi un vera e propria struttura multidisciplinare dedicata alla diagnosi, al trattamento, alla presa in carico e alla ricerca sulla Cistite Interstiziale a tutto campo in cui, per di più, sarà anche possibile effettuare la diagnosi e la cura dei pazienti di sesso maschile, fatto che rappresenta una novità assoluta per la Regione Lazio.
Ma esploriamo ora i vari temi che sono stati discussi nel corso dell’Assemblea, per comprendere appieno l’importanza di strutture simili.
Dolore pelvico cronico: una sfida complessa, diverse vie di trattamento
Il Prof. Mauro Cervigni, medico chirurgo di urologia e ginecologia del Centro di Riferimento per la Cistite Interstiziale del Dipartimento di Urologia e Centro Medicina Pelvica e Chirurgia Ricostruttiva dell’Università La Sapienza e dell’ICOT di Latina, ha presentato un intervento approfondito sulla sindrome del dolore pelvico cronico, mettendo in evidenza la sua complessità, ma anche le molteplici opzioni di trattamento disponibili per migliorare la qualità della vita dei pazienti.
Il Prof. Cervigni ha innanzitutto illustrato i diversi tipi di sindrome del dolore pelvico cronico, tra cui il dolore del tratto urinario inferiore, il dolore genitale maschile e femminile, il dolore gastrointestinale, il dolore muscolo-scheletrico, il dolore neuropatico, la sovrapposizione psicologica, il dolore sessuale e le comorbilità extrapelviche.
Si tratta pertanto di una condizione molto complessa e la maggior parte delle donne affette da questo tipo di dolore non ha una causa nota (61%). Tuttavia, è noto che la Cistite Interstiziale è la causa del dolore pelvico cronico nel più del 30% delle pazienti.
Come trattare allora il dolore pelvico cronico dovuto alla Cistite Interstiziale?
“Un problema non-definito ha un infinito numero di soluzioni”
Partendo proprio dalla citazione di Robert A. Humphrey, il Prof. Cervigni ha discusso le diverse terapie e approcci disponibili per il trattamento della Cistite Interstiziale, enfatizzato il fatto che ogni paziente è unico e che un approccio personalizzato basato sulla valutazione del caso specifico è fondamentale per ottenere i migliori risultati.
Dieta
Il Prof. Cervigni ha sottolineato l’importanza di una dieta equilibrata e salutare per il controllo del dolore pelvico cronico. Alcuni alimenti possono infatti irritare la vescica o l’intestino, contribuendo ai sintomi dolorosi.
Tecniche di rilassamento
Lo stress contribuisce a rendere più acuti i sintomi della Cistite Interstiziale, perciò il rilassamento è fondamentale per alleviare il dolore pelvico cronico. Il Prof. Cervigni ha perciò menzionato l’utilizzo di tecniche come, lo yoga, il tai chi o il massaggio terapeutico per favorire il rilassamento psicofisico e ridurre la tensione nella regione pelvica.
Rieducazione vescicale
Questa terapia mira a migliorare il controllo vescicale e ridurre la frequenza delle minzioni. Attraverso esercizi specifici e un programma di addestramento della vescica, i pazienti imparano a gestire meglio il proprio bisogno di urinare e a ridurre i sintomi del dolore pelvico.
Terapie fisiche
Il Prof. Cervigni ha anche menzionato diverse terapie fisiche che possono essere utilizzate nel trattamento del dolore pelvico cronico. Queste possono includere il massaggio soffice tissutale, le tecniche di energizzazione muscolare, la mobilizzazione articolare, lo stretching manuale e il massaggio interno. Anche il trattamento dei cosiddetti Trigger Point attraverso l’inserimento di un ago può eliminare il focus dolorifico.
Le ultime novità terapeutiche
Il Prof. Cervigni ha poi introdotto alcune terapie innovative che offrono nuove prospettive nel trattamento del dolore pelvico cronico.
L‘ozonoterapia utilizza l’ozono, un molecola di ossigeno molto più concentrata, per ridurre l’infiammazione, alleviare il dolore pelvico cronico, nutrire i tessuti e combattere eventuali infezioni batteriche, virali o micotiche. L‘aloe vera, applicata localmente, offre proprietà lenitive e contribuisce al sollievo sintomatico. L’aloe vera superconcentrata e liofilizzata della Desert Harvest® assunta oralmente è stata utilizzata in un recente Clinical Trial su pazienti “non responder” con dei buoni risultati. Infine, le forme di elettroanalgesia più innovative sono in grado di trasmettere segnali non dolorosi al sistema nervoso per interferire con la trasmissione del dolore.
Modulare il dolore con l’autoipnosi
Oltre alle possibilità di trattamento fin qui discusse, esiste anche un altro filone di tecniche da esplorare. Il Dott. Antonio Balsarin, medico anestesista e rianimatore, ha presentato un intervento coinvolgente in cui ha condiviso le sue conoscenze approfondite sulla natura, la complessità e le molteplici strategie di trattamento del dolore.
La multidimensionalità del dolore
Il Dott. Balsarin ha sottolineato che il dolore non è semplicemente una risposta alla nocicezione, ossia la percezione delle sensazioni dolorose, ma il risultato della modulazione di un segnale iniziale che può essere reso più o meno intenso da molteplici fattori.
La percezione del dolore ha infatti una sua multidimensionalità e può essere influenzata da fattori fisici (sintomi), fattori psicologici (depressione e ansia), fattori sociali (le relazioni) e fattori spirituali (ricerca di senso).
L’ipnosi e l’autoipnosi
Nel trattamento del dolore, dunque, non sempre i trattamenti farmacologici sono sufficienti a raggiungere il risultato sperato. Pertanto, è possibile esplorare altre strategie che agiscono proprio sulla multidimensionalità del dolore.
In tal senso, tecniche come l’ipnosi e l’autoipnosi, consentono di creare uno stato mentale confortevole e di sperimentare così sensazioni piacevoli che si traducono in un miglior controllo dei sintomi e delle aspettative.
Il Dott. Balsarin ha sottolineato che l’autoipnosi è un approccio sicuro che non presenta effetti collaterali negativi, ma molto dipende dalla volontà e predisposizione del paziente. A questo proposito, sono quindi intervenute due pazienti per condividere la loro esperienza con l’autoipnosi.
Le testimonianze
Lucia Deganutti e Anna Cristina Scardapane, pazienti affette da Cistite Interstiziale Vice-.presidente e Consigliere dell’AICI, hanno descritto la loro esperienza come utile e positiva, soprattutto per la gestione dello stress che consegue alla percezione del dolore. È stata quindi un’esperienza che ha cambiato il loro modo di affrontare la malattia, ma che ha certamente richiesto una buona predisposizione ad accettare nuove tecniche terapeutiche.
La loro testimonianza ha inoltre sottolineato l’importanza di affidarsi a specialisti seri e competenti e il loro riscontro positivo è dovuto anche al fatto di aver svolto la terapia all’interno di strutture ospedaliere, con medici che si occupano proprio della terapia antalgica.
Come la Cistite Interstiziale infiamma la mente
L’ultimo intervento che ha caratterizzato la sessione scientifica dell’Assemblea dei soci AICI è in un certo senso collegato al precedente. In questo caso, infatti, il Dott. Mario Boccacci ha approfondito la relazione tra la Cistite Interstiziale e gli aspetti psicologici che ne influenzano la gestione e la sintomatologia cronica.
L’interazione tra sintomatologia fisica e aspetti psicologici, sessuali e sociali
Innanzi tutto è stato evidenziato come lo stress e l’ansia possano influire negativamente sulla sintomatologia e rendere più difficile la gestione del dolore. Inoltre, è stato sottolineato che la Cistite Interstiziale può causare depressione e umore depresso, che a loro volta possono influenzare la percezione del dolore e la capacità di farvi fronte, nonché disturbi del sonno che influiscono sulla salute mentale, creando così un ciclo negativo.
Anche le strategie di coping utilizzate per affrontare il dolore e le aspettative riguardo alla prognosi della Cistite Interstiziale possono influire sulla percezione del dolore e sulla gestione della condizione. Ad esempio, le aspettative negative possono amplificare il dolore, mentre una gestione efficace può aiutare a ridurre i sintomi.
Il Prof. Boccacci ha poi affrontato l’impatto sociale ed emotivo della Cistite Interstiziale, evidenziando come i sintomi cronici e il bisogno frequente di urinare possano causare isolamento sociale, ansia sociale e influire sulle relazioni interpersonali.
Emerge pertanto come la sintomatologia fisica e i fattori psicologici interagiscono in modo reciproco e sinergico e, sulla base di questo assunto, il Dott. Boccacci ha menzionato diverse approcci terapeutici.
Modalità di intervento
Le modalità di intervento presentate dal Prof. Boccacci mirano a migliorare la qualità della vita dei pazienti affetti da Cistite Interstiziale, affrontando le sfide emotive e psicologiche connesse alla malattia. Queste modalità includono la psicoterapia cognitivo-comportamentale, la terapia sessuale, la mindfulness, l’Acceptance and Commitment Therapy (ACT) e il reframing.
Psicoterapia cognitivo-comportamentale
Nella gestione della Cistite Interstiziale, la psicoterapia cognitivo-comportamentale può aiutare le persone a identificare e modificare pensieri negativi o irrealistici riguardo alla malattia, sviluppando strategie di coping efficaci e apportando modifiche al comportamento per migliorare la qualità della vita.
Terapia sessuale
Attraverso la terapia sessuale, le persone affette possono migliorare la comunicazione, l’intimità e l’educazione sulla Cistite Interstiziale, gestendo il dolore durante l’attività sessuale e ripristinando la soddisfazione sessuale della coppia.
Mindfulness
La mindfulness è una pratica che coinvolge l’attenzione consapevole al momento presente senza giudizio.
Le terapie basate sulla mindfulness possono aiutare le persone affette da sintomatologie croniche a sviluppare una maggiore consapevolezza del corpo, delle sensazioni e delle reazioni al dolore.
L’accettazione e la non reattività diventano strumenti per una migliore gestione del dolore, permettendo di affrontarlo in modo più equilibrato e riducendo il carico emotivo ad esso correlato.
ACT (Acceptance and Commitment Therapy)
L’ACT è un approccio terapeutico che si basa sulla consapevolezza e sull’accettazione dei pensieri e delle emozioni, unita all’impegno per azioni significative e orientate ai valori personali.
Nella gestione della Cistite Interstiziale, l’ACT può aiutare le persone a imparare a riconoscere e accettare il dolore cronico come parte della propria esperienza di vita, focalizzandosi sul perseguimento delle attività che sono importanti e significative per loro.
Reframing
Il Reframing coinvolge il processo di considerare un’idea o una situazione da un punto di vista diverso, cercando di trovare nuovi significati o interpretazioni più positive.
Si tratta di trovare modi più adattivi per affrontare i problemi e reinterpretare la propria esperienza.
La mente incarnata
Infine, il Prof. Boccacci ha introdotto il concetto di “mente incarnata”, evidenziando come la mente sia il prodotto dell’interazione tra il cervello, il corpo e l’ambiente.
Riconoscere come le emozioni, i processi cognitivi e il benessere mentale siano strettamente collegati alle condizioni fisiche del corpo, offre quindi interessanti prospettive nell’individuazione di pratiche terapeutiche e strategie di promozione del benessere efficaci.
Conclusioni
In conclusione, l’approccio multidisciplinare alla Cistite Interstiziale si configura come una strategia promettente per affrontare questa complessa condizione medica.
Integrando le competenze di diversi specialisti si possono infatti ottenere risultati più completi e personalizzati per i pazienti, migliorando significativamente la qualità della loro vita sotto molti aspetti.
Per noi dell’AICI è importante promuovere una maggiore consapevolezza e collaborazione tra i professionisti sanitari e continueremo a farlo al fine di offrire un supporto davvero efficace e mirato a chi soffre di Cistite Interstiziale.