Si pensa che la Cistite Interstiziale abbia una eziologia multifattoriale che possa agire principalmente attraverso una o piu’ strade riconducibili ai tipici e complessi sintomi. C’e’ un’abbondanza di teorie che riguardano la sua patogenesi ma rimane alquanto scarsa una confermata evidenza e solo alcune sono le ipotesi più accreditate mentre quella psicologica è stata esclusa:
- Difetto degli strati di rivestimento dell‘urotelio (Glucosamminoglicani o GAG)
- Mastocitosi
- Autoimmune (spesso la vediamo associata ad altre patologie di eziologia comune)
- Infiammazione neurogena
- Cistiti batteriche oppure alcune combinazioni di queste e altri fattori che portano a un processo di auto perpetuazione che conducono al dolore cronico della vescica e alle disfunzioni minzionali.
Il ruolo delle infezioni nella patogenesi della Cistite Interstiziale rimane un mistero. Ad oggi ci sono pochissimi dati per supportare il ruolo di una eziologia infettiva, ma i ricercatori continuano a ritornare sulla teoria della infezione come punto di partenza.
Nuove conoscenze nei meccanismi attraverso i quali i batteri attecchiscono, crescono e resistono in associazione al tessuto che li ospita, formando zone intracellulari capaci di sovvertire il meccanismo di difesa del tessuto ospitante, permettendone la replica entro le cellule epiteliali, si celano le fondamenta di un possible ruolo dell’infezione a dare inizio alla cascata di patologie. Il gruppo di ricercatori dell Universita’ del Maryland propone un modello di Cistite Interstiziale in cui un danno all’epitelio della vescica quale quello causato da una cistite batterica possa essere il primo passo che porti a un primo livello di azione infiammatoria che chiamiamo Cistite Interstiziale. Tuttavia e’ improbabile che una infezione attiva sia coinvolta nel processo patologico in corso o che gli antibiotici abbiano un ruolo nella cura.
I meccanismi immuni/neuroimmuni possono avere un ruolo importante nella patogenesi della Cistite Interstiziale. Si pensa che un eccessivo rilascio dei neurotrasmettitori dei nervi sensoriali e dei mediatori infiammatori delle mastcellule siano i responsabili dello sviluppo e la propagazione dei sintomi. L’infiammazione sfocia in un contenuto alterato dei fattori di crescita dei nervi della vescica, cosi come in un cambiamento morfologico dei neuroni sensori e motori che innervano la vescica. Questa neuroplasticità può essere una possibile spiegazione per l’associazione della infiammazione della vescica con sintomi di lunga durata e dolore anche dopo che l’infiammazione sia diminuita.
In uno studio di ricerca su un gruppo di Cistite Interstiziale ulcerosa è stata riscontrata una diminuita o normale percentuale nei centri di proliferazione di cellule autosoppressori e cellule di soppressori citotossiche, versus un gruppo di Cistite Interstiziale in cui non si è trovato deposito di cellule attivamente immuni. Questi risultati potrebbero suggerire un ruolo parziale di un meccanismo immune nella Cistite Interstiziale.
Le mastcellule sono state coinvolte in una vasta gamma di malattie neuroinfiammatorie, specialmente quelle che peggiorano con lo stress.
Queste malattie includono la sclerosi multipla, le emicranie, l’artrite infiammatoria, le dermatiti atopiche, le infiammazioni delle coronarie, la sindrome dell’intestino irritabile e la Cistite Interstiziale. Le mastcellule producono, tra l’altro, istamima. Il rilascio di istamina nei tessuti causa dolori, iperemia e fibrosi, tutte note caratteristiche della Cistite Interstiziale. Un alto numero di mastcellule attive sono state riscontrate nella vescica di pazienti con Cistite Interstiziale, specialmente nel muscolo detrusore e quindi a supporto della teoria della attivazione delle mastcellule.
Le mastcellule potrebbero contribuire al fallimento della epitelizzazione della superficie della vescica a seguito della rottura di due meccanismi potenziali: 1) l’ inibizione della riproduzione delle cellule epiteliali; 2) l’ interferenza con lo sviluppo delle cellule epiteliali e di conseguenza l’epitelio bucherellato, eroso o ulcerato trovato in alcuni casi.
Altri ricercatori hanno ipotizzato e diffuso il concetto che la Cistite Interstiziale, in alcuni pazienti, sia causata da un difetto della barriera permeabile nello strato dei glicosaminoglicani (GAG ) della mucosa vescicale, composti principalmente da acido ialuronico, solfato di eparina, eparina, condroitina 4, solfato di condroitina 6, solfato di dermatan e cheratina. Gli strati di GAG hanno la funzione di barriera impermeabile e di antiaderenza ai batteri. Quando questa funzione e’ danneggiata sono comprensibili gli effetti.
I pazienti con Cistite Interstiziale hanno una piu’ bassa secrezione di acido uronico e di glicosaminoglicani rispetto al gruppo di controllo e questo e’ probabilmente dovuto ad un epitelio bucherellato e quindi permeabile che assorbe queste sostanze alla sua superficie. Sembra dunque esserci un certo numero di pazienti affetti da Cistite Interstiziale che presentano un aumentata permeabilità dell’epitelio, ma la questione è tutt’ora in nfase di discussione.
Gli stimoli dolorosi infiammatori, specialmente se ricorrenti, possono alterare cronicamente l’innervazione, il meccanismo del processo del dolore centrale e la risposta dei tessuti.
E’ risaputo che l’attivazione dei nervi, specialemente delle terminazioni nervose del dolore, faccia scattare l’infiammazione neurologica attraverso il rilascio di neuropeptidi quali la sostanza P, la neurokinin A e la proteina associata al gene della calcitonina, con il conseguente aumento della permeabilita’ vascolare, con aderenze di leucociti ed edema del tessuto. Si e’ visto che i mediatori neuropeptidi causano anche la degranulazione delle mastcellule con il rilascio di potenti mediatori di infiammazione, che portano a danneggiare e ad aumentare la permeabilita’ della superficie epiteliale.
A consolidamento della teoria delle perdite dell’urotelio e dell’attivazione delle mastcellule, l’ infiammazione neurogenica e’ una proposta interessante e molto attuale per l’eziologia della Cistite Interstiziale e potrebbe indirettamente confermare come fattori che determinano la Cistite Interstiziale meccanismi infettivi, immunologici e autoimmunologici. Formazioni addizionali supportano la teroria dell’infiammazione neurogenica. I livelli del fattore di crescita dei nervi (Nerve Grow Factor) presenti nelle biopsia dei pazienti affetti da Cistite Interstiziale, sono piuttosto alti; inoltre e’ stato notato un aumento delle fibre nervose dentro il suburotelio ed il muscolo detrusore nelle cistiti interstiziali ulcerose (ulcere di Hunner).
Lo stesso sistema nervoso contribuisce quasi sicuramente alla natura cronica di questa sindrome dolorosa, indipendentemente dall’eziologia iniziale. La stimolazione ripetitiva di un nervo periferico ad intensita’ sufficiente perche’ vengano attivate le fibre C portano alla progressive costruzione della magnitudine della risposta elettrica registrata nei neuroni della corteccia dorsale. Questo fenomeno di chiusura, e’ centrale rispetto al concetto di dolore cronico. Biochimicamente e’ il risultato dell’attivazione dei recettori NMDA nel midollo spinale. Con una persistente attivazione dei recettori NMDA, le cellule del midollo spinale sono sottoposte a cambiamenti trofici ed il dolore che deriva dai conseguenti stimoli diviene esagerato e prolungato. Questa memoria del dolore nel midollo spinale può essere la causa che fa diventare la Cistite Interstiziale refrattaria alle diverse terapie.
La Cistite Interstiziale si differenzia dalla comune cistite, conosciuta anche come infezione del tratto urinario (UTI), perchè causata da batteri ed infatti è trattata generalmente con successo con le terapie antibiotiche. A differenza della comune cistite, la Cistite Interstiziale si crede che non sia causata da batteri e non risponde alle convenzionali terapie antibiotiche.
Una cosa importante da sottolineare è che NON E’ una malattia psicosomatica e NON E’ causata da stress.